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La capitozzatura degli alberi

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La capitozzatura degli alberi

5 marzo 2021

“Riduzione della chioma effettuata senza rispetto della forma o delle esigenze fisiologica della pianta” (Condizioni tecniche di massima per la cura degli alberi ZTV-Baumpflege 1987), “ampia riduzione distruttiva” (FLL, 2006). Il dizionario della lingua italiana definisce la capitozzatura: “Operazione di arboricoltura, consistente nel taglio del cimale del fusto negli alberi al fine di facilitare la crescita di una chioma abbondante. Tale pratica è attualmente oggetto di forti critiche, in quanto riconosciuta come particolarmente dannosa per la salute e la stabilità degli esemplari che vi sono sottoposti”. (Dizionario Treccani). 

Altre definizioni sono: “Recisione del cimale di un fusto arboreo, per facilitare la crescita di una chioma abbondante”, “Taglio a monconi”, “Cimatura”, “Scapatura”, “Intestatura”, da non confondere con Testa di salice o Pollarding.

Espressioni del tipo: «questa pianta è diventata troppo grande, dobbiamo ridurla», «la pianta è più alta della casa, va’ abbassata», «questo albero perde troppe foglie, dobbiamo tagliare i rami» ed altro, sono alimentate da false conoscenze sulle piante.

Cosa accade esattamente quando capitozziamo una pianta?

Innanzitutto noi capitozziamo tutte le volte che interrompiamo la dominanza apicale. Tutte le volte che tagliamo in un internodo, cioè in quella porzione di ramo che corre tra una gemma ed un’altra, effettuiamo un capitozzo. L’interruzione della dominanza apicale comporta uno stress fisiologico i cui effetti si ripercuotono a livello dell’apparato radicale

In corrispondenza del taglio, non venendo rispettata la zona di protezione (zona adiacente all’inserzione del ramo che possiede l’armamentario chimico per contrastare le spore dei funghi), si svilupperanno carie da funghi cariogeni che la pianta non sarà in grado di compartimentare.
In prossimità del taglio, le gemme avventizie svilupperanno lunghi sostituti (detti succhioni), mal inseriti nel fusto (epicormici), per sopperire alla perdita di chioma e recuperare così la massa di foglie perse per consentire la fotosintesi.

Col passare degli anni, la chioma avrà raggiunto le dimensioni originarie, molto più rapidamente rispetto alla regolare crescita, come reazione allo stress causato dal capitozzo. I succhioni prodotti per ricostruire la propria chioma, non ben inseriti sul fusto e a causa alle marcescenze all’altezza del vecchio taglio, avranno una resistenza meccanica inferiore ai rami originari.

A questi problemi che interessano la chioma, si aggiunge la compromissione a carico dell’apparato radicale, che non potrà rigenerarsi con la stessa rapidità con cui si è ripristinata la chioma. 

Concludendo, dopo qualche anno dalla capitozzatura la stabilità della pianta è in pericolo.

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